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Coxatrosi

L'’artrosi degenerativa dell’anca

La coxartrosi è una delle principali cause di dolore all’anca e nell’adulto è la patologia più comune di questa articolazione.
Si tratta di una malattia cronico-degenerativa che, in maniera simile all’artrosi del ginocchio, colpisce le articolazioni, provocando una degenerazione della cartilagine.

Nell’arco di alcuni anni porta ad una instabilità crescente.

Lo strato di cartilagine che riveste la testa del femore e la cavità acetabolare si assottiglia progressivamente fino ad esporre l’osso sottostante. La reazione dell’osso a questo attrito produce delle escrescenze periferiche appuntite chiamati osteofiti.

Con l’andare del tempo, la capsula articolare si ispessisce e i muscoli si retraggono, arrivando a determinare le deformità tipiche della coxartrosi di vecchia data: anche semiflesse, rigide e ruotate all’esterno.

Quali sono i principali sintomi?

  • dolore all’inguine e al gluteo che si irradia fino al ginocchio;
  • dolore camminando e claudicazione;
  • limitazione nel ruotare la punta dei piedi verso l’interno;
  • limitazione nei movimenti sempre più accentuata, fino ad avere difficoltà a compiere serenamente anche gesti semplici, come calzare una scarpa;
  • accorciamento dell’arto, solo nei casi più gravi.
 

Che cosa causa la coxartrosi?

Se non esiste una vera causa determinante, si parla di coxartrosi primitiva.
Grazie al progredire della conoscenza medica, tuttavia sarà sempre meno frequente. Sono infatti in sensibile calo.

Si parla di coxartrosi secondaria in seguito a:

esiti di fratture;
necrosi avascolare della testa;
displasia dell’anca;
impingement femoro-acetabolare;
esiti della malattia di Perthes;
malattia di Paget.
Solo in rari casi, questa forma di artrosi può derivare da disordini sistemici:

morbo di Cushing;
assunzione protratta di corticosteroidi;
malattie dismetaboliche.

Chi è maggiormente colpito da questa patologia?

  • Gli uomini over 60, spesso in forma primitiva.
  • Le donne fra i 40-50 anni, più comunemente in forme secondarie.

Quali esami sono necessari per classificare la coxartrosi?

E’ innanzitutto necessaria una radiografia nelle due posizioni standard: antero posteriore di bacino e assiale di anca.

Questo esame radiografico è utile per evidenziare i quattro segni radiologici fondamentali dell’artrosi:

riduzione della rima articolare;
addensamento dell’osso subcondrale;
geodi (cavitazioni dell’osso);
osteofiti.

E come si cura?

Ovviamente dipende dallo stadio più o meno avanzato della malattia e dal singolo paziente.

Terapia chirurgica con protesi d’anca
Ad oggi la soluzione chirurgica rimane la scelta più efficace per trattare questa patologia attraverso l’impianto di una protesi.

Gli impianti utilizzati hanno una durata media tra i 20 e i 25 anni.

Questa soluzione è consigliabile quando la patologia si trova in uno stadio avanzato e il paziente lamenta forte dolore e fastidiosi limiti nel vivere la propria vita.

Terapia farmacologica ed altre soluzioni
L’uso di FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) è una terapia palliativa, ciclica e non continuativa. E’ consigliata ai pazienti inoperabili o ancora fortunatamente poco sintomatici. Si tratta di antinfiammatori e antidolorifici.

Esistono anche integratori a base di glucosamine e composti analoghi che possono avere effetti benefici nel rallentamento della degenerazione del tessuto cartilagineo.

A differenza di articolazioni come il ginocchio, l’anca si trova in una zona più difficile da raggiungere per via topica (transcutanea o infiltrativa), e quindi la somministrazione sistemica dei farmaci risulta la soluzione più semplice.

Le terapie infiltrative con acido ialuronico o infiltrazioni con cellule mesenchimali, sono invece indicate in casi selezionati e di competenza esclusivamente specialistica.

Le comuni terapie fisiche, come laser, ultrasuoni, tecarterapia, sono generalmente poco efficaci nel lungo periodo. Invece, la radarterapia e l’elettroterapia hanno maggiori possibilità di beneficio (spesso temporaneo).

Nei soggetti in sovrappeso è molto importante il calo ponderale, che apporta grandi benefici, rallentando l‘evoluzione della problematica.

Quali attività sportive praticare e quali evitare?

L’esercizio fisico risulta spesso molto importante per mantenere mobile l’articolazione e un giusto trofismo muscolare, ritardando la comparsa di rigidità. E’ necessario selezionare attentamente quelle attività che non caricano l’articolazione. Sì a nuoto e bicicletta.

No a jogging e sport di contatto.

Il nuoto è lo sport più consigliato ai pazienti affetti da coxartrosi.

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