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Dolore all’anca

Coxalgia o dolore all’anca: cause e cure

Il dolore all’anca è un disturbo molto frequente, spesso all’altezza dell’inguine e che nella maggior parte dei casi interessa anche il gluteo e può irradiarsi lungo la coscia fino al ginocchio.

E’ sintomo di un processo patologico a carico dell’articolazione coxofemorale, tra la testa del femore e l’osso iliaco.

Il paziente percepisce dolore quando carica sull’articolazione o quando muove l’arto. Non causa dolore a riposo.

Può manifestarsi in seguito a traumi, processi degenerativi o infiammazioni acute e croniche dei tessuti articolari.

Qualche informazione importante sull’anca

L’anca è l’articolazione che unisce il femore al bacino. E’ l’articolazione che sopporta il maggior carico meccanico. Un’anca sana è molto stabile ed il suo movimento è fluido.

La testa del femore, con forma sferica, si innesta nella cavità dell’acetabolo del bacino: il legamento rotondo collega queste due parti e la capsula articolare avvolge come un sacchetto l’intera articolazione consentendo di contenere il liquido sinoviale. Questo ha un ruolo di fondamentale importanza per la lubrificazione dei capi articolari e del nutrimento delle superfici articolari, avendo il compito di ridurre l’attrito.

Le ossa del femore sono rivestite di cartilagine, un delicato strato di tessuti che permette lo scorrimento fluido delle superfici articolari.

Un trauma o una patologia rompe questo equilibrio, provocando la lesione della cartilagine con conseguente esposizione dell’osso subcondrale che rende doloroso il movimento dell’articolazione dell’anca, a causa della presenza al suo interno di tantissime terminazioni sensitive.

Chi è più soggetto a problematiche all’anca?

E’ una patologia che colpisce in particolare le persone oltre i 60 anni, che manifestano i sintomi di un processo di artrosi degenerativa dell’anca.

La pratica di attività sportive intense e agonistiche continuative nel tempo facilita lo sviluppo di queste patologie, a causa della forte usura della cartilagine.

Nei neonati si presenta in circa 2/3% dei casi una patologia nota come displasia congenita dell’anca, si parla di fatto di una deformità articolare che ha inizio durante la vita intrauterina del bambino, e continua a evolvere dopo la nascita, causando una degenerazione precoce della cartilagine. (* fonte: sito dell’Ospedale Bambino Gesù)

La coxalgia può derivare anche da un trauma, una lussazione in seguito a caduta, incidente o contusione.

Quali patologie possono causare la coxartrosi?

Le principali sono:

coxartrosi o artrosi degenerativa dell’anca: la più comune nell’adulto;
displasia congenita dell’anca: una deformità articolare che ha già inizio durante la vita intrauterina del bambino;
osteonecrosi della testa del femore: molto simile all’infarto miocardico. Una parte della testa femorale non riceve più un’adeguata perfusione sanguigna (ischemia), ed il tessuto osseo ischemico perde di conseguenza la propria vitalità (necrosi).

Come individuarne le cause?

La prima indagine è tendenzialmente una radiografia standard, che ci consente di evidenziare eventuali danni a carico delle strutture ossee. Si può fare poi un’ecografia per valutare eventuali patologie indotte dai tessuti molli periarticolare, ed in casi più importanti passiamo ad esami strumentali più accurati, come la RMN e la TAC.

In base alla patologia e allo stadio in cui si trova il paziente, è poi possibile intervenire con terapie di tipo farmacologico, spesso abbinate a terapie fisiche, come ad esempio laser terapia, ultrasuoni, TENS, Tecar terapia. In caso non si abbiano risultati importanti, si può ricorrere ai trattamenti chirurgici:

intervento di chirurgia protesica di primo impianto e di revisione;
trattamenti biologici di cartilagine con cellule mesenchimali;
infiltrazioni di acido ialuronico ;
“core decompression” o micro perforazioni.

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