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Protesi d’anca: in quali casi è necessaria?

Quando il dolore e le difficoltà motorie causati da gravi patologie all’anca persistono nonostante la fisioterapia e l’assunzione di antinfiammatori e antidolorifici, è consigliabile che il paziente sostituisca l’articolazione malata con una protesi d’anca. Il chirurgo, però, valuterà questa possibilità caso per caso.

Infatti, la scelta di procedere o meno con l’impianto di un’articolazione artificiale e il tipo di protesi da usare, dipendono da molti fattori: età, condizioni fisiche, peso del paziente, stadio della malattia.

Artrosi, osteonecrosi, artriti: le patologie che col tempo portano all’impianto della protesi d’anca

Nella maggior parte dei casi, i pazienti che sostituiscono l’articolazione malata con una protesi d’anca soffrono di gravi patologie degenerative oppure si tratta di pazienti molto anziani che hanno subìto la frattura del collo del femore e per cui l’unica soluzione è una protesi femorale parziale.

Le principali malattie che si risolvono con l’impianto di un’articolazione artificiale sono:

  • Artrosi degenerativa dell’anca (coxatrosi)

    E’ la più comune patologia dell’anca nell’adulto e porta ad una disabilità crescente nell’arco di alcuni anni. Colpisce soprattutto gli uomini dopo i 60 anni e le donne fra i 40 e 50 anni.
    Da leggereCoxatrosi o artrosi degenerativa dell’anca cos’è e come sicura

  • Osteonecrosi della testa del femore

    E’ una malattia simile all’infarto miocardico. Si verifica quando una parte più o meno estesa della testa del femore non riceve più un’adeguata perfusione sanguigna, tanto che il tessuto osseo va in necrosi.
    Da leggereOsteonecrosi della testa del femore: cos’è e come si manifesta?

  • Artrite

    L’artrite grave può danneggiare l’anca in modo irreversibile, in questo caso è inevitabile ricorrere all’impianto della protesi.

Le protesi non durano per sempre: meglio sottoporsi all’intervento in tarda età

Il fattore età è molto importante per valutare se sottoporre o meno il paziente all’intervento.

Infatti, le protesi disponibili hanno una durata che, per quanto notevole, è comunque limitata: circa 25 anni. Questa stima cambia da paziente a paziente, perché le persone con elevato peso corporeo o che praticano attività fisica intensa hanno maggiori probabilità che l’articolazione artificiale si usuri prima del tempo e quindi corrono il rischio di doversi sottoporre ad un nuovo intervento per sostituire la protesi (intervento di revisione).

L’operazione di revisione è uno degli interventi di chirurgia ortopedica più difficili ed il chirurgo ortopedico farà tutto il possibile per evitare di dovervi ricorrere, se non quando strettamente necessario.

Di conseguenza i pazienti giovani di 20, 30, 40 o 50 anni con gravi patologie all’anca, attivi o sovrappesodovrebbero considerare l’impianto della protesi come l’ultima possibilità da percorrere.

Al contrario, i pazienti anziani (oltre 60 anni), magri e che praticano un’attività fisica modesta, possono trarre grandi benefici dall’impianto di una protesi d’anca e confidare che questa possa “durare per sempre”.

Pazienti giovani: cure innovative per ritardare l’intervento

Fortunatamente, oggi sono disponibili cure molto efficaci che possono rallentare i processi degenerativi a carico delle articolazioni e ritardare l’impianto della protesi d’anca, in modo che il paziente possa sottoporsi all’operazione in età più avanzata e trarre così il massimo beneficio dall’intervento.

Fra le terapie più innovative c’è sicuramente l’innesto di cellule mesenchimali derivate dal tessuto adiposo, che hanno la proprietà di riparare e rigenerare la cartilagine, un tessuto che, una volta danneggiato dall’artrosi o da altre patologie dell’anca, non è in grado di autorigenerarsi.

Quando sostituire l’anca malata con una protesi? I segnali da non sottovalutare

Molti pazienti si chiedono quando sia bene rivolgersi ad un chirurgo ortopedico per capire se è arrivato il momento di sostituire l’anca malata con una protesi. Ecco alcuni dei segnali da non sottovalutare, riassunti in un’infografica:

Infografica che elenca i segnali da non sottovalutare nella scelta di impiantare o meno una protesi d'anca

I pazienti che presentano questi sintomi dovrebbero consultare al più presto un chirurgo ortopedico specializzato in chirurgia dell’anca, che consiglierà gli esami necessari per diagnosticare la patologia o per stimarne la gravità. Un’anca in stadio di artrosi avanzato, per esempio, può essere estremamente invalidante ed è fondamentale agire con tempestività per rallentarne il decorso oppure decidere di impiantare una protesi.

 

 

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